Tra le esperienze promosse dal Progetto Mandela ce n’è una pensata per offrire uno spazio d’espressione alle e ai giovani creativi. Si tratta del ‘Mandela Open‘, un’opportunità nata all’interno della Casa delle Donne di Terni che, partita a novembre 2023, si rivolge a ragazze e ragazzi che vogliano far conoscere i propri lavori realizzati nei più svariati ambiti artistici. Ne abbiamo parlato meglio con chi fin dal principio si occupa di questa rassegna: Claudia Mazzocchi e Andrea Santini, che ne sono i curatori.
Il ‘Mandela Open’, uno spazio inclusivo per artiste ed artisti emergenti
“L’idea del Mandela Open è partita quando abbiamo vinto il bando per la Casa delle Donne. Venivamo da anni in cui non riuscivamo ad avere una sede e quando finalmente ci siamo riusciti, ci siamo chiesti come utilizzare al meglio questi spazi per renderli il più possibile inclusivi – ci spiega Claudia -. Un’idea condivisa ampiamente perché avevamo notato che c’è una carenza di spazi per esibirsi a livello non professionistico. Il Mandela Open è uno spazio gratuito per i giovani che così possono proporre i propri lavori, buttandosi per presentare i propri progetti“.




“Al ‘Mandela Open’ ci si può sentire liberi perché chiunque può portare ciò che vuole: è un posto dove sentirsi al sicuro nello sbagliare. Nel corso del tempo abbiamo stretto collaborazioni con altri soggetti del territorio, come lo ‘Speak Up Festival’, ‘Terni Sold Out’ e il collettivo ‘Catena‘” racconta Andrea.
Domenica 16 marzo alle 17:30 ci sarà una versione speciale del ‘Mandela Open’, che in occasione del festival ‘(R)Esistenze Femministe’ diventerà ‘WoManDela’.
“Sarà la seconda edizione di ‘WoManDela Open‘, interamente dedicata alle artiste, come già lo scorso anno in occasione del festival, e stavolta sarà l’ultimo appuntamento in chiusura di tutta la manifestazione ‘(R)Esistenze Femministe’. Abbiamo chiesto alle artiste se avessero qualcosa di affine al tema”.
Il ‘Mandela Open’ è un posto dove sentirsi al sicuro nello sbagliare.
Vi facciamo una domanda più ‘emotiva’. Fra le proposte del ‘Mandela Open’ ce n’è stata una o anche più di una che vi ha colpito particolarmente?
“A me sono piaciute tutte le prime volte. Abbiamo avuto tempo fa una ragazza che scrive poesie e che per la prima volta le ha recitate davanti a un pubblico, vincendo tutte le sue resistenze. E poi c’è stata una ragazza che non doveva neanche partecipare e poi l’abbiamo convinta a cantare un pezzo suo perché anche l’esibizione estemporanea fa parte del progetto. Vedere soddisfatta una persona che non aveva mai ancora sperimentato il rapporto con il pubblico, magari anche presentando un progetto molto personale, è sempre bello e le persone vogliono tornare. In fondo è questo lo scopo dello spazio” racconta Claudia.
“Durante gli eventi del ‘Mandela Open’ mi dedico principalmente a fare le foto ma mi viene in mente la performance di una ragazza, una spettatrice, che si era unita alla performance in corso creando una sinfonia di dieci minuti con i suoni degli uccellini coinvolgendo il pubblico. Era stata una jam session vera e propria” ricorda Andrea.
Da chi è composto il pubblico del ‘Mandela Open’?
“Vengono molte persone, nostri amici, amici degli artisti, i curiosi e anche chi vuole partecipare e viene a vedere di cosa si tratta. Il pubblico è eterogeneo, dai zero anni in su”.
È possibile per una o un artista presentare più progetti? Nel corso di un anno e mezzo di ‘Mandela Open’ avete avuto la possibilità di seguire la crescita o lo sviluppo di un progetto?
“Sì, è possibile per uno stesso artista partecipare più volte, in fin dei conti una stessa persona può avere diverse cose da presentare e soprattutto può cambiare lui stesso o lei stessa anche nell’arco di poco tempo. Tendenzialmente cerchiamo di dare spazio prima a chi non si è mai esibito con noi, per dare uno spazio a tutti in maniera democratica. Lo sviluppo di un* stess* artista nell’arco di tempo è sicuramente una questione affascinante“.
Come si può partecipare al ‘Mandela Open’?
“Facciamo periodicamente una call rivolta a giovani under 35 che abbiamo progetti ed esperimenti perché lo spazio che abbiamo consente di fare qualsiasi cosa. Le persone ci possono contattare tramite un form che è sempre attivo anche se finora il passaparola si è rivelato fondamentale“.
Foto di Andrea Santini.