Nell’edizione 2024/2025 dei laboratori del Progetto Mandela a formare ragazze e ragazzi nelle arti dello spettacolo declinate nel segno dei diritti, c’è una squadra interamente al femminile. Non una scelta ma una combinazione. Per approfondire alcuni aspetti che si celano dietro le quinte, abbiamo deciso di intervistare tutte le donne che ogni settimana incontrano le ed i giovani e si confrontano con i percorsi formativi. Un processo di crescita che spesso sorprende e sempre arricchisce. Cominciamo con Elisa Gabrielli, che quest’anno si occupa del laboratorio di recitazione, sia per i più piccoli che per i più grandi.
Da quanto tempo collabori con il Progetto Mandela?
“La mia primissima esperienza è stata in terzo superiore, ero una partecipante al laboratorio, ho iniziato perché mi servivano i crediti formativi, non lo nascondo. Da lì ho scoperto un mondo, un mondo che, con tanti sacrifici, è diventato la mia professione”.
Quando sei diventata formatrice per il Progetto Mandela?
“Nel 2015, ormai sono dieci anni. Irene mi ha proposto di dedicarmi alla formazione e per me è stata una bella sfida e così ho cominciato ma sono io che imparo. Mentre spiego le cose ai ragazzi, io le capisco. La svolta è stato capire che loro con me stanno bene“.
La scena di quando vi abbiamo visti l’altro giorno sul divano che ridevate mentre facevate il laboratorio è emblematica.
“Il Progetto Mandela è anzitutto un laboratorio di condivisione, è meraviglioso vedere ragazze e ragazzi che si muovono insieme per lo stesso obiettivo”.
Qual è il tuo impegno con ragazze e ragazzi del Progetto Mandela?
“Il nostro è un impegno condiviso. Lavoriamo per renderli più consapevoli di loro stessi in relazione alla comunità in cui vivono. Recitare una parte e dire una battuta in un preciso momento e non in un altro e dirla tutta, comporta che l’altra persona che interagisce abbia una reazione. È un meccanismo che ti porta a prendere il tuo posto nello spettacolo e, più in grande, nella società. Una volta che sappiamo qual è il nostro posto è possibile trovare la libertà perché una ragazza o un ragazzo che deve recitare una battuta, piano piano scopre che intorno a quella battuta c’è del tempo per sé. È una consapevolezza del qui e ora, che i ragazzi acquisiscono con la recitazione. Le prove sono fondamentali in questo senso“.
Sullo spettacolo conclusivo del 16 aprile possiamo dare qualche anticipazione?
“Stiamo partendo da ‘1984’ di George Orwell per le tematiche che tratta, sul tema del controllo, anche per capire che cosa si può fare in scena. Da quest’anno abbiamo il laboratorio di scenografia digitale che ci permette di creare nuovi tipi di interazione. Sono spunti che a noi aiutano nella creazione dello spettacolo“.
Chi è Elisa Gabrielli. Dopo aver finito il liceo frequenta la scuola di recitazione triennale Ass.Cult. “MUMOS”di Gastone Moschin e Marzia Ubaldi in contemporanea con la laurea triennale in Scienze e Tecnologie della Produzione Artistica presso l’Università degli Studi di Perugia. Dopo la scuola di recitazione inizia a lavorare come attrice professionista per L’Ass. “Progetto Mandela” e in vari teatri e produzioni teatrali avendo la fortuna di dividere il palco anche con Zuzzurro e Gaspare. Conseguentemente si laurea in Beni Culturali all’Università della Tuscia di Viterbo. Dal 2015 lavora come attrice per il Teatro Stabile dell’Umbria e attrice/formatrice per l’Ass. “Progetto Mandela”. Non interrompe la formazione di attrice; nel 2018 frequenta un corso di recitazione alla LAMDA di Londra e nel 2019 una Masterclass in Screen Acting presso l’Actros Studio, Pinewood Studios, Londra. Dal 2015 è formatrice per i laboratori di teatro per il Progetto Mandela e dal 2023 per il teatro Manini di Narni.