“Io sto con la sposa”: Intervista ad Antonio Augugliaro e Tasnim Fared

“Io sto con la sposa”: Intervista ad Antonio Augugliaro e Tasnim Fared

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Venerdì 5 dicembre, presso la Casa delle Donne, noi ragazzi del progetto Mandela abbiamo intervistato Antonio Augugliaro, co-regista e co-sceneggiatore del film documentario “Io sto con la sposa”, e Tasnim Fared, attrice protagonista. “Io sto con la sposa” è una storia vera che riguarda due amici, un poeta palestinese siriano ed un giornalista italiano che, dopo aver incontrato a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, decidono di aiutarli a realizzare il loro sogno, quello di raggiungere la Svezia. Visto che è illegale viaggiare all’interno dell’Europa senza documenti, viene inscenato un matrimonio. Ma perché proprio un matrimonio? E qual è il vero messaggio? Vediamo cosa hanno da raccontarci i nostri intervistati!

Di cosa parla il documentario?
Antonio: Il documentario racconta la storia di un gruppo di attivisti italiani che tentano di aiutare 5 palestinesi siriani a raggiungere la Svezia dall’Italia. Per fare ciò, visto che il viaggio è “ illegale” poiché senza documenti non si potrebbe viaggiare all’interno dell’Europa, viene inscenato un finto corteo nuziale perché… chi mai fermerebbe una sposa in frontiera?

Fra tutti i vari escamotage per passare la frontiera, come mai proprio quello della sposa? Com’è nata la vostra idea?

Antonio: Inizialmente, mentre pensavamo ad un modo per aiutare queste persone ad affrontare il viaggio, ci sono venute in mente molte idee, tra cui quella di travestirci da suore, o quella di fare un funerale. Successivamente è nata l’idea della sposa, ma non eravamo subito convinti. Poi però, pensandoci bene, mi sono innamorato del pensiero di una sposa che avrebbe guidato un corteo nuziale attraverso i confini europei. Così ho pensato che avremmo potuto farlo e che sarebbe stato fantastico raccontare il viaggio in un film.
L’abito nuziale, inoltre, porta in sé tantissima simbologia, dall’idea di purezza all’idea di matrimonio che idealmente nel nostro film rappresenta proprio quello tra più culture.

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Passiamo la parola alla sposa; com’è stato interpretare questo personaggio?

Tasnim: È stata un’esperienza molto importante, soprattutto è stato bello ritrovarsi in mezzo a un gruppo di persone molto compatto. Anche il messaggio che arriva è molto significativo perché abbiamo cercato di raccontare qualcosa di molto triste, ma anche molto attuale, in un modo divertente per coinvolgere più persone possibile. L’idea di un matrimonio pieno di energia e di felicità è la migliore scelta per trasmettere un messaggio di così grande importanza al pubblico.

Qual è stato il momento più difficile e quello più emozionante del viaggio?
Antonio: Il momento più difficile per me è stato affrontare il viaggio con una telecamera in braccio molto pesante; arrampicarmi con la corda, arrivare fino in alto, non è stato per niente facile anche se alla fine è stato comunque emozionante.
Il momento più bello è stato quello del concerto di Manara, uno dei protagonisti del film, a Marsiglia. Eravamo in un locale, il cui proprietario era palestinese, a cenare e c’erano dei musicisti a suonare per intrattenere il pubblico. Proprio in questo locale, Manara, un bambino di 12 anni che ha il sogno di diventare un rapper, prende in mano il microfono e con la complicità dei musicisti comincia ad intonare una canzone e in pochissimi minuti si è creato una folla incredibile di fan che battevano le mani a ritmo di musica e lo sostenevano come se fosse una grande star, anche se non avevano idea né di chi fosse né di che cosa dicesse, visto che parlava in arabo!
Tasnim: Il momento più difficile è stato quando ero sul confine italiano e francese e lo sposo ha raccontato tutta la nostra storia. Ho sentito il mio cuore come fermo!
il momento più bello, invece, è quando siamo riusciti a raggiungere il nostro traguardo senza essere intralciati dalla polizia.

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Questa esperienza cosa vi ha lasciato? Ha cambiato qualcosa nel vostro approccio alla vita?
Antonio: Sì, ha cambiato sicuramente la mia voglia di fare e di percepire l’altro. Grazie a questo film ho vissuto un’esperienza importante, ho capito che se si è in tanti si è capaci di cambiare anche ciò che sembra immutabile. In questi giorni stiamo girando per l’Italia e stiamo scoprendo un’Italia bellissima, positiva, completamente diversa da quella che ci viene mostrata dai media. Stiamo scoprendo una realtà di persone le quali si impegnano per cambiare le cose, a volte con successo.
Tasnim: Io credo che tutti insieme possiamo veramente cambiare le cose perché sono veramente convinta del fatto che siamo tutti uguali, quindi insieme continueremo a combattere contro la paura e la preoccupazione che si ha verso qualcuno di che appartiene ad un altra religione/fede/etnia e so che ci riusciremo!

Ilenia Moretti

Intervista a cura di Eleonora Landi e Marco Mangiolino

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