Il 25 novembre non è una ricorrenza simbolica, bensì una necessità politica e umana. È il giorno in cui si nomina la violenza sulle donne senza attenuarla, senza scuse né ambiguità. Una violenza di natura fisica, psicologica, verbale ed economica, che parte dal controllo, attraverso il ricatto, alimentato dalla paura, fino all’annientamento. Non si tratta di un’emergenza improvvisa, piuttosto, di un sistema che consuma i corpi e le vite di troppe donne, ogni giorno.
Noi del Progetto Mandela ci siamo unite e uniti alla manifestazione regionale, scendendo in piazza della Repubblica, a Terni, nel tardo pomeriggio, portando il teatro dove spesso viene meno l’ascolto: nello spazio pubblico. In mezzo alla città abbiamo dato voce e forma a ‘Il mio corpo è la mia casa’ una lettura nata per questa giornata e per ciò che rappresenta.
Il teatro, qui, non consola e non media, non si adatta al risultato misogino ed oppressivo di un fallace sistema patriarcale, poiché il cambiamento è espressione di autenticità e libertà. Sono state rese partecipi le voci di giovani ragazze e ragazzi al fine di educare al rispetto, al consenso, in un mondo dove queste parole vengono private del loro significato primordiale.
Pertanto, il teatro è diventato un atto di esposizione, una concreta presa di posizione, per ribadire e insegnare che il corpo di ogni singola donna è sacro, non disponibile e non negoziabile: non è uno spazio su cui esercitare potere.
Realizzare questa performance ha significato rompere il silenzio, rifiutando la normalizzazione di ogni e qualunque forma di violenza. Ha significato mostrare, con onestà, che ciò che accade “tra le mura di casa” è una questione collettiva e non limitatamente privata.
Il nostro corpo è la nostra casa.
E nessuno ha il diritto di violarla.
Maria Carboni




Con: Carol Cardinali, Nicola Coronelli, Alessandra Nardi, Matteo Lysyshyn Fratini, Youssef Ghobni, Gemma Lucarelli Monti, Federica Plini, Massimo Tiberti e Delfina Desirèe Varone. A cura di Elisa Gabrielli e Luisa Contessa. Testi di Irene Loesch.

